Benin - News
Un nuovo centro di formazione professionale in Benin: il contributo di En.A.I.P. Piemonte

TORINO - maggio 2010. Da qualche mese un gruppo di lavoro sta operando per realizzare uno studio di fattibilità finalizzato alla nascita di un centro di formazione professionale nel Comune di Adjohoun , in Benin. Questa è una delle azioni previste dal progetto E.R.I.C.A. (Enfants, Regroupements des femmes, Initiative Commune Adjohoun), promosso da En.A.I.P. Piemonte, con numerosi partner piemontesi e beninesi, nell’ambito del “Programma di sicurezza alimentare e lotta alla povertà nel Sahel e nell’Africa occidentale” della Regione Piemonte. Lo studio di fattibilità, a cui stanno alacremente lavorando, in particolare, Bruno Avataneo e Giampiero Baracco, è stato, nella prima bozza, oggetto di un confronto sul campo con i partner e con gli attori strategici locali, durante la missione effettuata nelle scorse settimane da Francesca Costero, coordinatrice locale del progetto; ma il percorso è iniziato molto prima, con la permanenza per alcuni mesi in Benin, di una tesista dell’Università di Torino, che ha effettuato, alla fine del 2009, un’analisi del mercato: intervista a stakeholders, focus group, somministrazione di questionari, etc… ed ha reperito informazioni utili per la stesura del documento, come ad esempio la visita ad altri centri di accoglienza e formazione professionale, presenti nel sud del Benin. Sono stati utilizzati anche dati e informazioni contenuti in ricerche realizzate da altri soggetti e fonti autorevoli, come il “Commune d’Adjohoun, Plan de développement de la Commune: Période 2004-2008”, con l’obiettivo di analizzare le caratteristiche della domanda e dell’offerta locale e i punti di forza e di debolezza del mercato. Globalmente sono state effettuate 54 interviste a testimoni privilegiati e 10 focus group. Al termine di questo percorso, sono state individuati 15 “mestieri”, di cui delineare i percorsi formativi e dei quali si è descritto il profilo professionale, i contenuti formativi, la modalità di erogazione e la durata.
Di alcuni, a titolo esemplificativo, si è definita una scheda delle attrezzature e degli strumenti necessari, secondo parametri internazionali, anche se filtrati attraverso un’esperienza analoga realizzata in Senegal, al CEFAM di Louga, patrimonializzando così e trasferendo altrove un’esperienza consolidata.
Il criterio adottato è stato, comunque, quello di descrivere percorsi di formazione finalizzati all’acquisizione di competenze spendibili sul mercato del lavoro, soprattutto di tipo artigianale: per questa ragione, si ipotizza di introdurre in modo adeguato, nella maggior parte dei profili un modulo sulla creazione di impresa, singola o associata (tipo cooperativa).
Un capitolo dello studio è, inoltre dedicato alla descrizione dei laboratori pre-professionali, cioè a quello che, normalmente, è utilizzato per il recupero e il reinserimento dei minori in difficoltà, intendendo la manualità e il lavoro comune come un modo per recuperare fiducia nelle proprie capacità e nella possibilità di costruire un percorso di vita.
Questi profili si pongono l’obiettivo di immaginare non soltanto le attività di avvio del “Centro di Adjohoun” ma prevedendone un suo sviluppo nel tempo, collegato allo sviluppo stesso dell’economia locale: prevedendo che tutti gli attori del territorio siano coinvolti in un processo di lungo respiro, per dare risposte sia nell’immediato sia nel futuro, soprattutto ai giovani e alle donne.
La missione del mese di maggio ’10 è servita per effettuare una selezione dei corpi di mestieri in modo da poter approfondirli dal punto di vista economico, didattico, metodologico.
In questo ultimo mese di progetto saranno svolte presso il CSF di Settimo e presso l’Istituto Ferraris di Settimo alcune lezioni di sensibilizzazione sulle tematiche della tratta dei bambini e sui diritti dell’infanzia, parallelamente in Benin continuano le formazioni e sensibilizzazioni, portate avanti dalle ONG CISV e ACTION PLUS, sui temi della prevenzione delle nascite, diritti dell’infanzia, diritto all’istruzione: questo lavoro svolto sia nel continente africano che europeo getterà le basi per un gemellaggio tra le scuole.
Di alcuni, a titolo esemplificativo, si è definita una scheda delle attrezzature e degli strumenti necessari, secondo parametri internazionali, anche se filtrati attraverso un’esperienza analoga realizzata in Senegal, al CEFAM di Louga, patrimonializzando così e trasferendo altrove un’esperienza consolidata.
Il criterio adottato è stato, comunque, quello di descrivere percorsi di formazione finalizzati all’acquisizione di competenze spendibili sul mercato del lavoro, soprattutto di tipo artigianale: per questa ragione, si ipotizza di introdurre in modo adeguato, nella maggior parte dei profili un modulo sulla creazione di impresa, singola o associata (tipo cooperativa).
Un capitolo dello studio è, inoltre dedicato alla descrizione dei laboratori pre-professionali, cioè a quello che, normalmente, è utilizzato per il recupero e il reinserimento dei minori in difficoltà, intendendo la manualità e il lavoro comune come un modo per recuperare fiducia nelle proprie capacità e nella possibilità di costruire un percorso di vita.
Questi profili si pongono l’obiettivo di immaginare non soltanto le attività di avvio del “Centro di Adjohoun” ma prevedendone un suo sviluppo nel tempo, collegato allo sviluppo stesso dell’economia locale: prevedendo che tutti gli attori del territorio siano coinvolti in un processo di lungo respiro, per dare risposte sia nell’immediato sia nel futuro, soprattutto ai giovani e alle donne.
La missione del mese di maggio ’10 è servita per effettuare una selezione dei corpi di mestieri in modo da poter approfondirli dal punto di vista economico, didattico, metodologico.
In questo ultimo mese di progetto saranno svolte presso il CSF di Settimo e presso l’Istituto Ferraris di Settimo alcune lezioni di sensibilizzazione sulle tematiche della tratta dei bambini e sui diritti dell’infanzia, parallelamente in Benin continuano le formazioni e sensibilizzazioni, portate avanti dalle ONG CISV e ACTION PLUS, sui temi della prevenzione delle nascite, diritti dell’infanzia, diritto all’istruzione: questo lavoro svolto sia nel continente africano che europeo getterà le basi per un gemellaggio tra le scuole.